Di tutte le vicissitudini che mi sono fin'ora capitate questa è di gran lunga la più assurda ed improbabile. Poco tempo fa, mentre mi districavo tra pensieri sul copyright e sull'editoria, suonarono alla porta della mia umile casetta. L'inatteso visitatore si rivelò essere un vecchio monaco amanuense venuto a passare i suoi ultimi inverni presso di me. Colto alla sprovvista non seppi come obiettare a tale pretesa e di lì a poco tempo le mie stanze si riempirono di curvi monaci scriventi. Ora, sebbene io abbia consapevolezza che queste austere figure probabilmente non siano altro che un parto della mia mente, tuttavia mi riterrei ugualmente sgarbato a suggerire loro di tornare nella loro non esistenza. Perciò mi ritrovo, miei cari amici, nella spiacevole situazione di chi per vedere la TV sul divano la sera deve concordare il programma con un'intero monastero.

lunedì 15 ottobre 2007

D.

Non tutti, ma qualcuno ora riesco a distinguerlo dagli altri. Non tutti, ma qualcuno...
C'è D. per esempio. Non so il suo vero nome, non so come gli altri lo chiamino, ma quando guardo il gruppo riunito sento di poterlo indicare con una buona precisione. D. possiede, nascosta sotto il saio e bloccata da un cordone un po' più stretto del dovuto, una fiaschetta. Se si presta attenzione alla veste di D. quando c'è molto sole si può notare un piccolo rigonfiamento a forma di parallelepipedo sul lato sinistro e un'aderenza eccessiva all'altezza della pancia. Probabilmente D. è anche un po' più grassoccio dei suoi Fratelli. Non deve avere lo stesso stato di forma degli altri perché appena può si siede, tira il fiato, con una mano si sfiora il lato sinistro dell'abito e sospira nuovamente. Ieri l'ho visto allontanarsi dagli altri, sedersi sotto l'abete e tirare fuori dal saio il suo piccolo tesoro. L'ha fissato per una buona mezz'oretta; immobile lui, immobile la fiaschetta. Poi, quando ha sentito dei passi, l'ha messa nuovamente sotto l'abito e si è alzato per salutare il monaco che era venuto a chiamarlo. Ha fatto qualche passo dietro di lui, come per seguirlo verso gli altri, poi si è fermato e con un movimento rapidissimo ha estratto la fiaschetta, ne ha bevuto un goccio e ha rinascosto il tutto senza che il suo compagno notasse niente.
Non ho ancora capito se D. sia più felice o più triste degli altri, solo mi sembra un po' diverso.
Ieri sera, mentre erano tutti inginocchiati in cerchio a pregare, sento un lieve rumore metallico: la fiaschetta era caduta. Vedo D. arrossire, portare la mano sinistra a contatto con il saio deformato e spingere il piccolo recipiente sotto il proprio ginocchio. D. ieri sera è stato l'ultimo a rialzarsi e ad abbandonare la zona di preghiera. E' rimasto lì fino alle prime ore della notte, ben oltre l'orario previsto, ben oltre i suoi compagni.

Questa mattina ho visto D. trascrivere queste parole dai Canti di Leopardi:

Dolcissimo, possente
Dominator di mia profonda mente;
Terribile, ma caro
Dono del ciel; consorte
Ai lugubri miei giorni,
Pensier che innanzi a me si spesso torni.

Non tutti, ma qualcuno ora riesco a distinguerlo dagli altri.

P.S. W la natura!

14 commenti:

Io Matteo ha detto...

ah ah...vi ho lasciato senza parole!

Per Adelaide: vedi ultimo commento post precedente per spiegazioni.

Filippo il mulo ha detto...

Non è che quel monaco sono io da vecchio, per caso? Non è che quei monaci non esistono perché non esistono ancora?

sushi john ha detto...

sono stato promosso a "via di fuga"?

Io Matteo ha detto...

Non è da scartare questa ipotesi, filippo il mulo, certo che però quel monaco potrei essere anch'io, o sushi john dopo l'addio al pianeta rosso, o alexi dopo l'ennesima avventura nei mari del nord (se tu hai foto vedi dove), o il majaro che se non si fa sentire ci sarà un perché, o adelaide che ha cambiato sesso quando ha capito che con sushi non c'era storia, o nemo abbandonato da Kundera, o un linguista che ha letto questo periodo, o...

Io Matteo ha detto...

Stai facendo bene, sushi john. Se continui così sono sicuro che arriverai a "sito interessante".

Anonimo ha detto...

Ma coxa xea tuta sta roba! benedeti fioi, xeo tuti mati a xcriver xee boiate xua rete, che me xe 'mpapina xeo xervelo a xeguirve tuti xquantix... xeex daverox xmxatix xx ?x?.xç°xx ax x. capirve!

Anonimo ha detto...

Toi! cus'ela sta robba che lego! Ma ve s'è 'ngracugnà el zervelo?? Domam go da lavorar i campi! fiol d'un can! toi, vago a torme il zaino ades che'l go' da nar, domam g'avria ancha d'alzarme di prescia!

Anonimo ha detto...

...e voria ancha azzunzer che'l meo fiolo lo mando a'luniversita per l'am prosimo (quel che vei dopo questo per 'ntenderze).
voi set tanto studiai, così ancha elo el diventa studià e così potria pensarghe anca lu' 'n die ai munaghi nel so' orto!

Deezzle ha detto...

La "D." sta sicuramente per Deezzle. Il resto, lo ignoro.

Io Matteo ha detto...

Non gh'è sabbo sensa so,
non gh'è figgia sensa amo,
non gh'è cheu sensa do.

Anonimo ha detto...

Non c'è sabato senza sole,
non c'è ragazza senza amore,
non c'è cuore senza dolore.

Io Matteo ha detto...

Non sapevo leggessi il blog, fratello Deezzle, scusami per aver parlato di te senza dirtelo.
E benvenuto.

Anonimo ha detto...

Se vodi star 'n pè,
te dia tiner:
la capa coercia,
pei siuti,
et bèver com' na bestia.

te 'l spiego sùbit:
la capa coerza si no ciapi fredo ala capa e te vei rafredòr, ei pei siuti pel la medesima rasòm,
e bèver da bestia vol dir non bèver cum òn satanaso, ma bèver quel che sirve, pirchè e bestie sano quando fermarse e quando nar oltre!
toi! vè deo dir tuto mi! e dir che vòdi siè studiai, e mi nò! ma or go da nàr! vèl saludo.

Deezzle ha detto...

Certo che lo leggo!